Il gambero alieno che clona se stesso

Uno studio internazionale svela come il gambero marmorato abbia colonizzato i corsi d’acqua
a danno delle specie locali

Il gambero marmorato (Procambarus virginalis) è una specie aliena invasiva tornata recentemente agli onori della cronaca a seguito di un articolo scientifico pubblicato sulla rivista “Nature Ecology & Evolution” dal titolo “Clonal genome evolution and rapid invasive spread of the marbled crayfish”. Un team di ricercatori del German Cancer Research Center di Heidelberg, dell’Università dell’Illinois (USA) e dell’Università di Antananarivo (Madagascar), dopo aver sequenziato i genomi di 11 gamberi marmorati, ha scoperto che erano quasi identici e che questi animali, pertanto, non si riproducono sessualmente ma per partonogenesi. Una femmina può, infatti, produrre nuovi individui anche da uova non fecondate. Basta, quindi, la presenza di una sola femmina per dare origine ad una nuova popolazione, come accaduto nelle zone dove è stato introdotto (Madagascar, Giappone, Europa).

Quali impatti può causare? È vettore di una patologia, la cosiddetta “peste del gambero”, causata da un fungo e responsabile del declino delle specie native di gamberi in Europa. Il suo impatto è potenzialmente molto negativo sulla biodiversità autoctona a causa dell’alimentazione onnivora e dell’alto tasso di riproduzione. Danni alla pesca sono stati riportati in Madagascar. Studi di laboratorio e di campo hanno evidenziato come possa essere anche una specie molto competitiva, anche con altri gamberi alieni invasivi già presenti in Europa.

Per questi motivi la specie è stata inserita nella "Lista di specie aliene invasive di rilevanza unionale" del Regolamento EU 1143/2014. Tuttavia, è ancora molto diffusa nel commercio ornamentale online ed è necessaria la collaborazione dei cittadini per evitarne l’acquisto e, soprattutto, il rilascio in natura per evitare danni consistenti ai nostri ecosistemi.

La popolazione presente nel nostro continente si è originata da un’unica femmina e gli individui che si trovano sono tutti cloni. Qualcuno suppone che la specie si sia originata in laboratorio, altri invece ipotizzano un’origine naturale. Il dibattito è ancora aperto.

In Italia è stato osservato due volte in natura (in Toscana e nel delta del Po), ma non sembrano esserci popolazioni stabilizzate come in Germania.

Il gambero marmorato, da non confondersi con il nordamericano Procambarus fallax, si adatta molto bene a varie condizioni, tra cui la cattività, ed è capace di tollerare temperature basse (come dimostrato dalle popolazioni presenti in natura in Germania) e di spostarsi anche fuori dall’acqua. Raggiunge in media i 10 cm totali di lunghezza (al massimo 13 cm), è onnivoro e, soprattutto, può riprodursi anche 2-3 volte l’anno, producendo fino a 500 uova per femmina. Nascono piccoli gamberi in miniatura che crescono velocemente e possono già riprodursi entro l’anno di vita. In media, un individuo vive 3 anni. Una vera piaga per gli ecosistemi in cui si insedia stabilmente!

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