“Il Senecio inaequidens nel Parco. Perché e come contenerlo”, questo il titolo del seminario che si è tenuto ad Assergi (AQ) presso la sede del Parco Nazionale Gran Sasso Monti della Laga il 22 novembre scorso, nell’ambito dell’interessante programma “Il Parco siamo noi” che propone seminari di informazione, formazione, approfondimento e aggiornamento sui progetti di ricerca, conservazione e sviluppo del Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga.
Daniela Tinti, botanica dell’Ufficio Natura del Parco, ha introdotto la giornata parlando delle attività svolte sul territorio per la gestione delle specie aliene invasive e in particolare del senecione sudafricano Senecio ineaquidens, pianta erbacea perenne che danneggia la biodiversità delle nostre montagne e causa tanti problemi alle attività economiche lì presenti come l’allevamento e la produzione di miele. Michele Giunti, della Nemo srl, società che ha curato l’intervento, ha approfondito gli aspetti tecnici e i problemi che questa specie invasiva pone a chi deve gestire il territorio. La proiezione del documentario sulle azioni messe in atto dall’area protetta per contrastare la diffusione di questa specie, ha chiuso la prima parte del seminario che è ripreso nel pomeriggio.
Andrea Monaco e Luciana Carotenuto di Life ASAP – Regione Lazio, hanno illustrato l’importanza di una corretta ed efficace comunicazione nell’ambito del contrasto alle specie aliene invasive.
«Per dare una dimostrazione pratica di come utilizzare uno strumento antico per una comunicazione moderna, abbiamo raccontato la storia del senecione sudafricano attraverso il kamishibai – spiega Luciana Carotenuto –. Il kamishibai è una forma tradizionale di teatro di strada di origine giapponese in cui il narratore racconta una storia accompagnandola con alcuni disegni. Per questo ho scritto un racconto sull’introduzione e la diffusione del senecione in Europa e sui problemi che causa alla biodiversità e al bestiame costruendo un dialogo tra una mucca e un cavallo. Il punto di partenza del dialogo è stato il mal di pancia che colpisce il cavallo quando mangia il fieno contenente il senecione e il punto di arrivo è stato l’invito della mucca a diventare tutti citizen scientist per segnalare al parco nuove stazioni di presenza di questa specie».
In chiusura, tutti sul campo per conoscere e riconoscere il senecione sudafricano in ambiente naturale e per visitare alcuni dei luoghi dove sono stati realizzati interventi di controllo ed eradicazione di questa pianta aliena invasiva.
“Ringraziamo ancora il parco per l’invito e per aver condiviso con noi la sua importantissima esperienza di gestione - hanno concluso gli esperti del Life Asap -. E grazie anche ai numerosi partecipanti che con entusiasmo e competenza hanno contribuito alla discussione finale”.