Click, alieni in città!
Tutte le foto selezionate nella seconda edizione del contest fotografico Life ASAP!
Falena originaria dell’Asia orientale, è allevata per la produzione di una qualità di seta con caratteristiche diverse rispetto a quella prodotta tradizionalmente dal bombice del gelso Bombyx mori. E' stata importata sia in Europa sia in America più volte nel XIX secolo proprio per la produzione di seta. La pianta a cui è associata è l’ailanto Ailanthus altissima, sulle cui foglie vengono deposte le uova. Le larve si nutrono principalmente di foglie di ailanto, ma sono noti danni anche ad altre specie vegetali.
In Italia il bombice dell'ailanto è arrivato nel 1854 ma attualmente la produzione della sua seta, una volta concentrata soprattutto nella regione subalpina, non è più attiva. Purtroppo, come ben testimonia la fotografia vincitrice del contest, individui sfuggiti agli allevamenti si riproducono in natura nel Nord Italia, anche approfittando della presenza diffusa dell’ailanto, anch’essa specie aliena originaria della Cina e con caratteristiche di elevata invasività.
Oltre che in Italia, la specie si è naturalizzata in vari paesi europei e lungo la costa orientale del Nord America.
Il parrocchetto dal collare è originario dell’Africa sub-sahariana e del sub-continente indiano. È stato introdotto come animale da compagnia in gran parte d’Europa e in altri continenti e si è rapidamente espanso da fondatori scappati dalla cattività o volutamente rilasciati.
Specie fortemente gregaria, il parrocchetto dal collare è generalista in fatto di habitat, infatti vive nei boschi naturali e seminaturali, nei boschi degradati degradate, nei parchi e lungo i viali alberati delle città; alcune ricerche sulla sua fisiologia hanno suggerito che la sua peculiare capacità termoregolatoria gli permette di tollerare temperature molto basse, aumentandone di molto il successo di invasione.
Gli impatti sulla biodiversità sono molto gravi: il parrocchetto dal collare elimina per competizione sia alimentare sia territoriale tutte le specie native (uccelli, pipistrelli, insetti coloniali) che hanno le stesse esigenze alimentari (frutti e semi) o che necessitano dello stesso tipo di nidi (per lo più cavità nei tronchi). Gli impatti economici sono notevoli perché le colonie di parrocchetto dal collare danneggiano i frutteti e causano problemi nelle città con gli accumuli di guano.
Inoltre, i parrocchetti dal collare sono delle importanti riserve di numerosi batteri e virus, alcuni alloctoni, causando così problemi sia alle specie native sia potenzialmente anche all’uomo.
Originaria del Nord e del Centro America, la minilepre è stata introdotta a più riprese nel continente europeo dagli Anni Sessanta fino alla fine degli Anni Ottanta in Italia, Francia e Spagna, ma solo in Italia si sono formate popolazioni autosufficienti.
Le introduzioni sono state eseguite tutte a scopo venatorio. Oggi la minilepre è stabilmente presente in gran parte del Nord e del Centro Italia e la sua diffusione è dovuta sia alla sua naturale capacità di riprodursi con grande successo e occupare stabilmente nuove aree sia a rilasci illegali.
Molti studi hanno dimostrato che la minilepre è un importante vettore di patogeni alloctoni in Italia, in particolare di alcuni nematodi, mentre per i virus pare non vi sia un ruolo così rilevante. Inoltre, l’areale della minilepre si sovrappone a quello della lepre europea e in parte a quello della lepre italica, gli habitat occupati sono gli stessi, ossia le zone rurali aperte e i coltivi, e la simpatria facilita la trasmissione patogeni e altera il rapporto della lepre europea e della lepre italica con i loro predatori naturali.
Il parrocchetto monaco è originario delle regioni sub-tropicali e temperate del Sud America. È stato introdotto volontariamente come animale da compagnia in Nord e Centro America, in Europa, in Giappone e in Kenya.
Le popolazioni si sono formate da fondatori scappati dalla cattività o volutamente rilasciati dai proprietari. Il parrocchetto monaco vive in aree agricole, in piantagioni forestali e nelle città. Specie gregaria, costruisce sui tralicci elettrici o sugli alberi nidi fino a un metro di diametro e 200 kg di peso che ospitano più coppie riproduttive.
Questi grandi nidi causano seri danni alle linee elettriche e mettono a rischio la stabilità degli alberi nelle città. Un articolo scientifico del 2013 segnalava in Italia la presenza del parrocchetto monaco in 13 regioni, comprese la Sicilia e la Sardegna.
Lo scoiattolo grigio è originario delle foreste del Nord America. È stato successivamente introdotto in Gran Bretagna, Irlanda, Sud Africa e Italia.
In Europa, l’impatto più evidente è la scomparsa del nativo Scoiattolo rosso sia per competizione diretta sia perché lo scoiattolo grigio è portatore sano di un virus che risulta invece mortale per lo scoiattolo rosso.
Lo scoiattolo grigio provoca anche notevoli danni alle foreste poiché mangia la corteccia degli alberi causandone la morte.
Cacyreus marshalli, nota come “licenide dei gerani”, è una farfalla di origine sudafricana introdotta in Europa con partite di piante ornamentali (“gerani”) contenenti le sue larve.
La prima segnalazione in Europa risale al 1978 in Inghilterra, dove la specie fu immediatamente eradicata. Una successiva introduzione fatta a Maiorca alla fine degli Anni Novanta ha probabilmente dato origine a tutte le popolazioni del Sud Europa, Italia compresa.
Le piante ospiti appartengono al genere Geranium e al genere Pelargonium, i cosiddetti “gerani” ornamentali: le larve si nutrono delle piante fino a farle seccare e morire.
Il parrocchetto monaco è originario delle regioni sub-tropicali e temperate del Sud America. È stato introdotto volontariamente come animale da compagnia in Nord e Centro America, in Europa, in Giappone e in Kenya.
Le popolazioni si sono formate da fondatori scappati dalla cattività o volutamente rilasciati dai proprietari. Il parrocchetto monaco vive in aree agricole, in piantagioni forestali e nelle città. Specie gregaria, costruisce sui tralicci elettrici o sugli alberi nidi fino a un metro di diametro e 200 kg di peso che ospitano più coppie riproduttive.
Questi grandi nidi causano seri danni alle linee elettriche e mettono a rischio la stabilità degli alberi nelle città. Un articolo scientifico del 2013 segnalava in Italia la presenza del parrocchetto monaco in 13 regioni, comprese la Sicilia e la Sardegna.
Cacyreus marshalli, nota come “licenide dei gerani”, è una farfalla di origine sudafricana introdotta in Europa con partite di piante ornamentali (“gerani”) contenenti le sue larve.
La prima segnalazione in Europa risale al 1978 in Inghilterra, dove la specie fu immediatamente eradicata. Una successiva introduzione fatta a Maiorca alla fine degli Anni Novanta ha probabilmente dato origine a tutte le popolazioni del Sud Europa, Italia compresa.
Le piante ospiti appartengono al genere Geranium e al genere Pelargonium, i cosiddetti “gerani” ornamentali: le larve si nutrono delle piante fino a farle seccare e morire.
Il parrocchetto dal collare è originario dell’Africa sub-sahariana e del sub-continente indiano. È stato introdotto come animale da compagnia in gran parte d’Europa e in altri continenti e si è rapidamente espanso da fondatori scappati dalla cattività o volutamente rilasciati.
Specie fortemente gregaria, il parrocchetto dal collare è generalista in fatto di habitat, infatti vive nei boschi naturali e seminaturali, nei boschi degradati degradate, nei parchi e lungo i viali alberati delle città; alcune ricerche sulla sua fisiologia hanno suggerito che la sua peculiare capacità termoregolatoria gli permette di tollerare temperature molto basse, aumentandone di molto il successo di invasione.
Gli impatti sulla biodiversità sono molto gravi: il parrocchetto dal collare elimina per competizione sia alimentare sia territoriale tutte le specie native (uccelli, pipistrelli, insetti coloniali) che hanno le stesse esigenze alimentari (frutti e semi) o che necessitano dello stesso tipo di nidi (per lo più cavità nei tronchi). Gli impatti economici sono notevoli perché le colonie di parrocchetto dal collare danneggiano i frutteti e causano problemi nelle città con gli accumuli di guano.
Inoltre, i parrocchetti dal collare sono delle importanti riserve di numerosi batteri e virus, alcuni alloctoni, causando così problemi sia alle specie native sia potenzialmente anche all’uomo.
Coleottero originario del Sud Est Asiatico, è stato introdotto in Europa e in Nord America accidentalmente con alberi, bonsai e probabilmente anche legname contenenti uova e larve. La sua prima comparsa in Europa è avvenuta in Olanda nel 1980, a seguire in Italia nel 2000 (in Lombardia), in Germania e Regno Unito nel 2005.
Nel 2008 il tarlo asiatico è stato trovato per la prima volta nel Lazio, fortunatamente in un focolaio di infestazione molto circoscritto, il parco urbano di Porta San Sebastiano a Roma; qui il pronto intervento del Servizio Fitosanitario Regionale ha impedito la diffusione della specie.
Il tarlo asiatico causa gravi danni a molte specie legnose europee sia in ambiente urbano sia in ambiente naturale, provocando la morte dell’esemplare colpito: le uova sono deposte sotto la corteccia; le larve vivono all’interno dei tronchi e dei rami, dove scavano lunghe gallerie e si nutrono del legno; infine gli adulti sfarfallano aprendo nei tronchi dei fori di uscita che diventano vie d’ingresso per agenti patogeni.
Lo scoiattolo grigio è originario delle foreste del Nord America. È stato successivamente introdotto in Gran Bretagna, Irlanda, Sud Africa e Italia.
In Europa, l’impatto più evidente è la scomparsa del nativo Scoiattolo rosso sia per competizione diretta sia perché lo scoiattolo grigio è portatore sano di un virus che risulta invece mortale per lo scoiattolo rosso.
Lo scoiattolo grigio provoca anche notevoli danni alle foreste poiché mangia la corteccia degli alberi causandone la morte.
Coleottero originario del Sud Est Asiatico, è stato introdotto in Europa e in Nord America accidentalmente con alberi, bonsai e probabilmente anche legname contenenti uova e larve. La sua prima comparsa in Europa è avvenuta in Olanda nel 1980, a seguire in Italia nel 2000 (in Lombardia), in Germania e Regno Unito nel 2005.
Nel 2008 il tarlo asiatico è stato trovato per la prima volta nel Lazio, fortunatamente in un focolaio di infestazione molto circoscritto, il parco urbano di Porta San Sebastiano a Roma; qui il pronto intervento del Servizio Fitosanitario Regionale ha impedito la diffusione della specie.
Il tarlo asiatico causa gravi danni a molte specie legnose europee sia in ambiente urbano sia in ambiente naturale, provocando la morte dell’esemplare colpito: le uova sono deposte sotto la corteccia; le larve vivono all’interno dei tronchi e dei rami, dove scavano lunghe gallerie e si nutrono del legno; infine gli adulti sfarfallano aprendo nei tronchi dei fori di uscita che diventano vie d’ingresso per agenti patogeni.
Nonostante sul territorio italiano siano presenti diverse specie appartenenti al genere Psittacula, l’individuo ritratto in questa fotografia presenta una colorazione che non corrisponde ad alcuna specie in particolare. Secondo alcuni esperti da noi interpellati potrebbe essere un ibrido tra Psittacula Eupatria e Psittacula Alexandri.
Cacyreus marshalli, nota come “licenide dei gerani”, è una farfalla di origine sudafricana introdotta in Europa con partite di piante ornamentali (“gerani”) contenenti le sue larve.
La prima segnalazione in Europa risale al 1978 in Inghilterra, dove la specie fu immediatamente eradicata. Una successiva introduzione fatta a Maiorca alla fine degli Anni Novanta ha probabilmente dato origine a tutte le popolazioni del Sud Europa, Italia compresa.
Le piante ospiti appartengono al genere Geranium e al genere Pelargonium, i cosiddetti “gerani” ornamentali: le larve si nutrono delle piante fino a farle seccare e morire.
La nutria è un grosso roditore con abitudini semiacquatiche originario del Sud America ma importato in varie parti del mondo per essere allevato come animale da pelliccia.
Una volta entrata in crisi l’industria basata sulla lavorazione delle pellicce, individui sono stati liberati volontariamente o comunque sono riusciti a fuggire dagli allevamenti in diverse parti del mondo.
Gli impatti maggiori sono dati dalla loro attività di scavo delle tane negli argini di fiumi, fossi e canali di irrigazione con gravi danni per le attività agricole. Inoltre ha dei notevoli impatti sui canneti, habitat rifugio per molte specie animali, in particolare uccelli e pesci. In Italia è ormai molto diffusa.
Il genere Trachemys è spontaneamente presente nelle Americhe. Importata per decenni come animale compagnia in Europa, Asia, Africa e Australia, si è diffusa per fuga di esemplari dalla cattività o, più spesso, per rilasci volontari da parte dei proprietari.
Oggi in Italia e in molti altri paesi europei la specie Trachemys scripta è divenuta comunissima in zone urbane, agricole e seminaturali, meno in zone naturali, con popolazioni riproduttive stabili o spesso in crescita.
Gli habitat preferiti della testuggine palustre americana sono le acque ferme o lente (laghetti, stagni, canali, fiumi a lento deflusso). In casi di simpatria, la testuggine palustre americana esclude per competizione la testuggine palustre europea. Inoltre la prima si nutre di numerosissime specie sia animali sia vegetali, causando così profonde alterazioni - spesso irreversibili - degli ecosistemi in cui viene introdotta.
Il parrocchetto dal collare è originario dell’Africa sub-sahariana e del sub-continente indiano. È stato introdotto come animale da compagnia in gran parte d’Europa e in altri continenti e si è rapidamente espanso da fondatori scappati dalla cattività o volutamente rilasciati.
Specie fortemente gregaria, il parrocchetto dal collare è generalista in fatto di habitat, infatti vive nei boschi naturali e seminaturali, nei boschi degradati degradate, nei parchi e lungo i viali alberati delle città; alcune ricerche sulla sua fisiologia hanno suggerito che la sua peculiare capacità termoregolatoria gli permette di tollerare temperature molto basse, aumentandone di molto il successo di invasione.
Gli impatti sulla biodiversità sono molto gravi: il parrocchetto dal collare elimina per competizione sia alimentare sia territoriale tutte le specie native (uccelli, pipistrelli, insetti coloniali) che hanno le stesse esigenze alimentari (frutti e semi) o che necessitano dello stesso tipo di nidi (per lo più cavità nei tronchi). Gli impatti economici sono notevoli perché le colonie di parrocchetto dal collare danneggiano i frutteti e causano problemi nelle città con gli accumuli di guano.
Inoltre, i parrocchetti dal collare sono delle importanti riserve di numerosi batteri e virus, alcuni alloctoni, causando così problemi sia alle specie native sia potenzialmente anche all’uomo.
Lo scoiattolo grigio è originario delle foreste del Nord America. È stato successivamente introdotto in Gran Bretagna, Irlanda, Sud Africa e Italia.
In Europa, l’impatto più evidente è la scomparsa del nativo Scoiattolo rosso sia per competizione diretta sia perché lo scoiattolo grigio è portatore sano di un virus che risulta invece mortale per lo scoiattolo rosso.
Lo scoiattolo grigio provoca anche notevoli danni alle foreste poiché mangia la corteccia degli alberi causandone la morte.
Il caso della Tortora dal collare è complesso e al limite delle definizioni classiche di specie alloctona. L’espansione in Europa è naturale anche se molto probabilmente mediata dall’uomo. Infatti, è facile notare come questa specie sia presente per lo più in ambienti antropizzati.
Le ipotesi sono molte (la più accreditata è legata ad una preferenza di questa specie per i luoghi illuminati artificialmente di notte) ma non si hanno conferme definitive. Inoltre vi è comunque il sospetto che l’espansione antecedente che ha portato la tortora dal collare fino in Turchia ed Europa Orientale possa avere origine o comunque sia stata favorita da rilasci da parte dell’uomo. Infine, la specie è sicuramente aliena in altre zone del mondo come Caraibi e Stati Uniti.
Lo scoiattolo grigio è originario delle foreste del Nord America. È stato successivamente introdotto in Gran Bretagna, Irlanda, Sud Africa e Italia.
In Europa, l’impatto più evidente è la scomparsa del nativo Scoiattolo rosso sia per competizione diretta sia perché lo scoiattolo grigio è portatore sano di un virus che risulta invece mortale per lo scoiattolo rosso.
Lo scoiattolo grigio provoca anche notevoli danni alle foreste poiché mangia la corteccia degli alberi causandone la morte.