Fase 2 della pandemia anche per le specie aliene?

  • Scarponi dopo un'escursione
    ph: Luciana Carotenuto

  • Senecione sudafricano (Senecio inaequidens )
    Parco Nazionale del Gran Sasso
    ph: Michele Giunti

  • Senecione sudafricano (Senecio inaequidens )
    Parco Nazionale del Gran Sasso
    ph: Michele Giunti

  • Monte Ferma (Visso)
    ph: Luciana Carotenuto

  • Monte Ferma (Visso)
    ph: Luciana Carotenuto

  • Monti della Laga - Parco Nazionale del Gran Sasso
    ph: Luciana Carotenuto

  • Monti della Laga - Parco Nazionale del Gran Sasso
    ph: Luciana Carotenuto

Finalmente torniamo a viaggiare, ma attenzione a non portare in viaggio con noi piante e animali alieni!

Dopo mesi di lockdown e di spostamenti limitati tra casa, farmacia, alimentari e poco altro, si avvicina il momento della ripresa degli spostamenti da una regione a un’altra e, forse, anche all’estero. Tutti abbiamo una enorme voglia di tornare a camminare in montagna, in campagna o al mare, ma il nostro entusiasmo potrebbe farci dimenticare che, quando viaggiamo, siamo dei trasportatori – spesso inconsapevoli – di piante e animali da un luogo a un altro.

Per esempio, lo sapete che i classici scarponcini da montagna possono contenere in media circa 3 grammi di terra attaccata alla suola? E che in questi 3 grammi ci sono circa sette semi vitali, 120 nematodi e 139.000 funghi? Lo dicono i risultati di uno studio condotto negli aeroporti di Christchurch e Auckland, in Nuova Zelanda, controllando 155 paia di scarponi riposti nel bagaglio di viaggiatori in arrivo dall’estero. Fra le specie identificate, alcune non erano mai state rilevate in Nuova Zelanda, facendo supporre che fossero quasi sicuramente specie non native. Passiamo alle Isole Svalbard, in Norvegia: gli scarponi di 259 viaggiatori sono stati controllati all’arrivo in aeroporto ed è venuto fuori che il 40% di essi conteneva semi, con una media di 3 semi per viaggiatore per un totale di 39 specie non native e solo 2 native.

Dati impressionanti che ci fanno capire che in generale i nostri scarponi – ma anche gli indumenti, la tenda, la mountain bike, la canoa, gli stivaloni, la canna da pesca ecc. – possono trasportare a nostra insaputa semi, spore, uova, larve. E per questo dobbiamo stare attenti. Un esempio concreto? Fase 2 della pandemia, vado a fare un trekking dal settore meridionale del Parco Nazionale Gran Sasso – Monti della Laga fino alla parte più settentrionale del Parco Nazionale dei Monti Sibillini: di parco in parco lungo la dorsale appenninica attraversando la parte dell’Italia Centrale in assoluto più ricca di biodiversità vegetale. Ma attenzione, l’area da cui parto è “infestata” da una specie sudafricana altamente invasiva grazie alla sua enorme produzione di semi (decine di migliaia per pianta, quasi tutto l’anno) capaci di germinare ovunque: Senecio inaequidens. A mia insaputa alcuni semi restano attaccati alle mie calze e al pile che porto legato in vita e, quando arrivo a destinazione, cadono a terra. Nei Monti Sibillini Senecio inaequidens è oggi assente: se i semi da me trasportati germinano e le piante adulte che ne derivano si riproducono con successo, avrò “fondato” una stazione di Senecio inaequidens in un’area ove questa aliena invasiva non è ancora arrivata.

Allora, quando riprenderemo a fare gite, escursioni o veri e propri viaggi, ricordiamoci che pochi accorgimenti permettono di ridurre notevolmente il rischio di trasportare e diffondere specie aliene invasive: prima di partire puliamo gli scarponi, gli indumenti, l’attrezzatura da campeggio o da pesca e invitiamo i nostri amici che viaggiano con noi a fare altrettanto. Per il bene della biodiversità.

Per saperne di più: